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Disciplina che fai, allenamenti che trovi: il curioso mondo dei cavalli da endurance.

È giunto il momento di dare il benvenuto all’autunno e con esso anche alla ripresa, per molti cavalieri, dell’attività agonistica. Concorsi e gare di tutte le discipline in questa stagione ripartono intensamente e con essi anche gli allenamenti dei nostri cavalli.

Una disciplina che forse più di altre incuriosisce soprattutto per quello che riguarda la gestione degli allenamenti è l’endurance. Una delle domande che i cavalieri “enduristi” si sentono sovente fare da coloro (cavalieri e non) che non praticano sport di resistenza è “ma quanto ti devi allenare per fare tutti quei chilometri?” Proviamo a fare un po’ di chiarezza sul perché non è così facile rispondere in maniera univoca a questa domanda e perché, se fatta a dieci cavalieri diversi, potrebbe generare dieci risposte diverse fra loro.

Innanzitutto, non esiste una “ricetta” uguale per tutti perché tantissimi sono gli elementi che entrano in gioco nella preparazione di una gara di endurance. Ad esempio, il genere di competizione che si deve affrontare e la tipologia di cavallo che si deve allenare. Due macro-variabili queste che contemplano a loro volta un’infinità di aspetti dai quali non si può prescindere nella pianificazione del lavoro.

Ogni cavallo da endurance (sia esso un purosangue arabo o un anglo-arabo), seppur geneticamente predisposto più di altri ad affrontare lunghe distanze, è un essere unico e come tale va gestito. Un cavaliere attento studierà di volta in volta allenamenti specifici in base alla predisposizione, all’età, alla fisicità, al carattere, ai punti di forza e debolezza ed ai chilometri maturati in gara ed in allenamento del suo compagno a quattro zampe.

Anche riguardo alla gara vera e propria le variabili che possono entrare in gioco sono numerose: la distanza da percorrere (le categorie vanno da un minimo di 20 km ad un massimo di 160 km in un giorno), il numero di giorni di gara (esistono gare che si sviluppano su due giorni consecutivi), la tipologia del tracciato (pianeggiante o con dislivelli importanti) e il tipo di terreno.

Generalmente l’allenamento viene ripartito in varie sessioni settimanali (3 o 4) di durata variabile (2/4 ore) che possono svilupparsi alle tre andature su percorsi di campagna, misti o di montagna. A queste, coloro che ne hanno la necessità e\o la possibilità, uniscono alcune sessioni di galoppo in pista (massimo 1h30\2) e perché no, là dove necessario, anche un po’ di lavoro in piano utile per correggere, ad esempio, eventuali asimmetrie del cavallo.

Sull’alimentazione e sull’integrazione si apre un altro ampio e importante capitolo perché, in fase preparatoria e durante la gara, nulla di quello che il cavallo da endurance mangia deve essere lasciato al caso. Sforzi così intensi come quelli dei cavalli da endurance sono anche possibili grazie ad una corretta dieta, in grado di soddisfare tutti i fabbisogni nutrizionali dell’animale.

Qui possono entrare in gioco validi alleati come, ad esempio, gli elettroliti, in grado di sopperire alle ingenti perdite saline dovute alla sudorazione, mangimi specifici e nuclei proteici in grado di supportare adeguatamente importanti richieste energetiche. Trattandosi sempre più spesso di soggetti particolarmente sensibili ed emotivi, i cavalli da endurance possono inoltre essere integrati con prodotti dedicati al loro equilibrio psico-fisico a base di importanti elementi come il magnesio, la passiflora, ed il triptofano – per fare alcuni esempi – che favoriscono nel cavallo un naturale stato di relax. Non dimentichiamo che in tutte le fasi della preparazione la consulenza veterinaria e quella nutrizionale sono fondamentali.

Sfatiamo ora un mito o, meglio, un’idea che spesso risiede nell’immaginario collettivo, soprattutto di coloro che non praticano sport di resistenza.

Lo sapevate che nella preparazione del cavallo da endurance, durante gli allenamenti, non si percorrono mai gli stessi chilometri che si affronteranno in gara? Facciamo un esempio: un binomio in preparazione per una gara da 120 km non percorre 100-120 km di trotto e galoppo ogni volta che si allena. Sarà invece l’insieme di tutto ciò che ha fatto gradualmente e con costanza nei mesi precedenti che genererà nell’animale la condizione fisica e mentale perfetta per affrontare adeguatamente e senza rischi la competizione.

Sicuramente in ogni fase del lavoro articolazioni e tendini dei cavalli sono sottoposti a numerose sollecitazioni; l’impiego di gel specifici e prodotti ad uso esterno (rigorosamente no doping) a base di estratti fitoterapici, ad azione antinfiammatoria ed antidolorifica, come l’Arnica, l’Ippocastano e l’Iperico, può svolgere un’importante azione defaticante sugli arti.

Ed i tempi di riposo?  Anche in questo caso le variabili che entrano in gioco fra un cavallo e l’altro sono numerose, sta però di fatto che tutti i cavalli che hanno partecipato ad una qualsiasi gara di endurance devono osservare un periodo di riposo obbligatorio imposto dalla F.I.S.E. e dalla F.E.I. (Federazione Equestre Internazionale).

I giorni di riposo dipendono dalla distanza completata (per distanza completata si intende il totale dei km delle fasi portate a termine) come segue:

  • fino a 19 km 5 giorni,
  • oltre 19 fino a 106 km 12 giorni,
  • oltre 106 fino a 126 km 19 giorni,
  • oltre 126 fino a 146 km 26 giorni,
  • oltre 146 km 33 giorni.

Per i cavalli che non terminano la gara e vengono eliminati per cause legate a zoppie, problemi metabolici o infortuni la Federazione impone un periodo di riposo aggiuntivo che, nei casi più gravi, arriva fino a 180 giorni di sospensione dalle competizioni. Per chi volesse approfondire questa tematica rimandiamo direttamente al Regolamento Nazionale di Endurance entrato in vigore il 1° gennaio 2023 e disponibile sul sito www.fise.it

Al di là del numero di giorni di riposo minimi imposti dalle due Federazioni sempre più sovente i cavalieri optano fortunatamente per concedere ai propri cavalli dei tempi di recupero ancora più lunghi, rigorosamente a paddock.

Con questa breve ma intensa panoramica, che non vuol essere esaustiva al 100%, abbiamo visto come la gestione del cavallo da endurance e dei suoi allenamenti appartengano ad un “mondo” complesso e al tempo stesso affascinante.

Ci vuole Fegato!

Eccoci al nostro secondo incontro in Unika Blog sezione Naturopatia. Io sono Sara Maiani, specializzata in Medicine Naturali, Fitoterapia Clinica e Naturopatia.

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MIRKO CASSOTTI

Nato nel 1995, Mirko inizia a praticare la disciplina degli attacchi a soli 6 anni, spronato dalla passione della sua famiglia per il mondo equestre, inizia ad avvicinarsi alle competizioni di livello nazionale ed internazionale a 17 anni.

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